Riflessione sulla manifestazione No Mask a Roma

Riflessione sulla manifestazione No Mask a Roma

Ecco l’Italia di oggi. Dopo 20 anni della mia vita, dopo 14 anni impiegati per “istruirmi” (mi rendo conto che ancora sono pochi, ma sufficienti per farmi un’idea della situazione che sto vivendo), sono costretta, insieme a chi la pensa come me, a dover ammettere che siamo davvero caduti in basso.

Partiamo da alcune considerazioni generali. Siamo nel 2020. Circa 50 anni fa la gente prevedeva che ci sarebbero stati progressi enormi da raggiungere entro quest’anno. C’era chi addirittura credeva che le macchine sarebbero state in grado di volare e cose del genere. Ovviamente non sono così presuntuosa da lamentarmi perché ciò non sia accaduto, poiché si trattava chiaramente di un’utopia. Di una cosa soltanto però, sono sorpresa. Al giorno d’oggi, dopo tante lotte e sacrifici per dar vita a un paese moderno, industrializzato, istruito, mi rendo conto che è impossibile affermare che l’italiano medio sia una persona non colta, ma quantomeno, come detto sopra, istruita. In grado di pensare, di capire cosa potrebbe essere potenzialmente vero e cosa no, capace di rendersi conto che certe volte non si possiedono le capacità, ma soprattutto, le competenze, per poter discutere (oltretutto con arroganza) di un determinato argomento.

Adesso sarò più precisa. Ciò di cui sto parlando sono le manifestazioni che si stanno svolgendo nel corso di questo periodo di emergenza sanitaria riguardo gli accorgimenti individuali da adottare per contenere la diffusone del contagio. Ovviamente non mi dilungherò in polemiche inutili. Mi limiterò soltanto a citare la manifestazione svolta a Roma a cui era presente questa enorme massa di gente, che non si fermava solo al manifestare il suo parere, bensì lo urlava in maniera disordinata e caotica.

Sono cosciente del fatto che in un paese definito libero ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione. Però sono altrettanto convinta che ciò non debba essere compiuto quando le conseguenze di questo arrecherebbero danni ad altre persone. Sono consapevole anche che le manifestazioni sopracitate non sono altro che il prodotto di idee già esistenti e circolanti da molto tempo, che adesso sono confusamente esplose seguendo la regola della goccia che fa traboccare il vaso. Niente di nuovo quindi, si potrebbe dire. Allora perché preoccuparsi?

Bisogna allarmarsi perché è proprio adesso che tali considerazioni potrebbero avere maggiormente il loro effetto dannoso, proprio perché ci troviamo in una situazione delicata, lasciando da parte inutili esagerazioni. Ci tengo a precisare che il mio intento non è quello di fare mero ostruzionismo, ma soltanto di riflettere su un problema, che, al di là di quello dell’emergenza sanitaria (di cui non sono di certo io la persona più adatta a parlarne), è soprattutto sociale.

Come si fa a non pensare alle persone immunodepresse che sono costrette a basare la loro sicurezza in termini di salute sulla nostra scelta di fare o meno un vaccino, qualunque esso sia. Come si può dire che le mamme che mandano i bambini a scuola con la mascherina meriterebbero di essere prese a schiaffi e che quest’ultima andrebbe bruciata (cosa del tutto impossibile, visto che le mascherine sono ignifughe, nonostante i vani tentativi di una coraggiosa donna che, sempre durante tale evento, si è prodigata nel dare dimostrazioni su un palco). Come si può avere il coraggio di dire di voler uccidere i medici che vogliono fare i tamponi ai bambini e che, quindi, stanno soltanto prendendo in giro tutti (anche perché, così come non si hanno prove sufficienti per poter contestare ciò, non se ne hanno nemmeno per poterlo affermare).

A questo ci sarebbero anche da aggiungere le teorie del 5G, del mercurio iniettato in vena al posto di un vaccino, del tampone che rompe una barriera per far sì che possano penetrare nel nostro corpo i virus e molte altre congetture che, a parer mio, non hanno alcun senso. D’altronde però, cosa ci vogliamo aspettare da persone che sono più propense a seguire una signora di Mondello soltanto perché ha pronunciato una frase, tra l’altro non proprio innocua, in un’intervista, piuttosto che argomenti utili per farci crescere intellettualmente.

Elena Mondello

Elena Mondello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *